giovedì 21 giugno 2012

Via Duomo



Tra i vicoli della Città Vecchia - Taranto - Foto di Paola Mancinelli



Vieni, passeggiamo un po' tra i vicoli, stasera.
C'è un'aria così dolce.
Sa di panni stesi ad asciugare,
di lenzuola di lino, intente a sventolare
come vele inquiete al vento fresco di maestrale.
Sa di chiacchiere familiari
di risate dialettali
e delle nostre promesse,
appena sussurrate.

Vedi, laggiù, seduta su quella vecchia sedia in legno?
La signora dei centrini,
intreccia fili all'uncinetto,
fa presine arcobaleno.
Accanto a lei, il suo compagno: la faccia cotta dal sole,
tra le labbra serra un sigaro.
Nella bocca, pochi denti
sparsi un po' a casaccio,
ma non ci nega un sorriso
e noi lo stesso, grati, ricambiamo.

All'improvviso, ci sfreccia addosso
un treno di ragazzi: pantaloncini e gambe snelle
un pallone in braccio, la gioia stampata sulla faccia
e grida di entusiasmo, dal basso,
che si confondono con quelle delle rondini, là, in alto.
Per le strade, odore di carne alla brace
birre ghiacciate
tra parole spese senza risparmio
e tante pacche sulle spalle
facce allegre, contagiose.
Ecco, guarda, la Cattedrale! Com'è bella!
E il campanile, come si staglia imperioso,
sacro obelisco puntato verso il cielo estivo.

Ovunque, il mare.

La sua cornice salmastra racchiude
il porto, il Molo di Sant'Eligio,
la Marina: con le sue barche che paiono
giocattoli nell'ampia vasca di un bambino
tanto che le potresti soffiar via, da lontano.
Al tramonto la luce infuoca le vele, le ferisce
colora la facciata del Castello Aragonese.
Alcuni pescatori, dalle mani grandi, esperte, sapienti
disegnano bianche scie sull'orlo lucido del Mar Grande
e si dirigono verso la discesa Vasto,
tra i colori accesi dei pescherecci.

Vieni, ora, sediamoci.
Prendo un cartoccio di gamberi freschi, lì alla cozzeria.
Guarda, c'è una panchina in ferro battuto, proprio di fronte al mare.
Si vede anche il Ponte Punta Penna
e un'ammiraglia, imponente sentinella marittima
saluta quel timido spicchio di luna, apparso in quest'istante
e c'è ancora tanta luce intorno!
Davvero la felicità somiglia a questo,
e per aggiungere un'ennesima magia
ecco che mi guardi, dolcemente,
e mi sposti i capelli dal viso.
Avvicinandoti all'orecchio, mi sussurri: "Quanto sei bella, amore mio!".
E a me non resta che mostrarti queste labbra
e regalarti il mio sorriso migliore
perchè entrambi sappiamo
che adesso,
non sono più necessarie
le parole.



Guardando il Mar Piccolo - Foto di Paola Mancinelli

mercoledì 6 giugno 2012

Schegge


Me le ricordo, sai
quelle tue mezze verità
tagliate sottili
a filo di cuore,
servite fredde
su un letto di promesse.
Il sereno è alle porte,
mi dicevi,
gli dovremo aprire
prima o poi.
Da allora
non ho sentito bussare,
neanche una volta.
Il legno della porta è ancora intatto.
Le tue dita distratte,
il mio tormento.
Domando.
Attendo.
Le tue mani
sanno anche fare male,
quando non ci sono.