lunedì 20 febbraio 2012

Parto naturale

Parole,
figlie legittime di lingua madre,
afferrate sul nascere
e consegnate dal suo grembo alle nostre mani
avide, protese, ignare, adottive.


Parole,
affamate di vita,
viziate di senso.
Dove andrete?
Forse il mio corpo potrà farvi da dimora?

La voce si schiarisce,
le membra si distendono,
il senso si compie.
La bocca si riempie
dei vostri vagiti.


domenica 19 febbraio 2012

Penelope

Nell'armadio dei ricordi
          ho un vestito fatto solo di parole.
                    La sua fibra è resistente e il suo sapore antico.
                              Provo ad indossarlo,
                                        ma mi accorgo che ha bisogno di parole nuove
                                                  per aderirmi al corpo.
                                                            E inizio a tessere.

sabato 11 febbraio 2012

Norma

Norma dorme nuda su un letto di speranze.
La sua pelle è di cera e i suoi capelli di fuoco.
Ha per labbra una mela granata
e per occhi due ali di farfalla.

Ha seni generosi che puntano verso il cielo
e fianchi morbidi, da gestante.
Il suo profilo è degno del più abile scultore greco.

Di fronte a lei una finestra aperta
e oltre, campi di grano illuminati dal sole calante.
Uno stormo di pettirossi colora il cielo
e rompe il silenzio.

Norma si sveglia nuda su un letto di speranze
ha fame di prospettive e sete di occasioni,
ma il suo piatto è vuoto.
E Norma va a fare la spesa.

venerdì 10 febbraio 2012

/Riflessioni/

Mi pare di vedermi,
riflessa nel tuo sguardo.
Musa d'altri tempi,
amabile confidente,
custode fedele della tua parola.
Un sorriso tra le pieghe delle labbra.
Ancora uno.

Un sottile richiamo

La senti la voce di una pagina bianca?
Sporcami con del colore!
Ti dice.
Macchiami con dell'inchiostro!
Incalza.
Segnami con le tue parole!
Implora.
Ma ti prego, non strapparmi,
sarebbe un delitto.
Sarebbe la peggiore menzogna della tua vita.
Ma non lasciarmi neanche così insoddisfatta...
Posso dirti tanto io,
fare tanto.
Essere.
Se solo me ne dai l'occasione.

Dinner


In piedi.
In cucina.
Rimestolo impressioni
in una casseruola di alluminio
antiaderente.


Giro, rigiro.
Mi giro.
Bevo un sorso di vino,
amabile
lui, sì.


Sulla tavola apparecchio silenzi,
li sistemo,
osservandoli con cura.
Li condisco di speranze,
ripieni al gusto di aspettativa.


E poi driin...la sveglia del forno
e una possibilità
pronta per essere addentata.