giovedì 17 maggio 2012

Per nome

E quel dubbio
sotterrato in terra arida
che ad ogni lacrima
riaffiora
mutando d'aspetto.
Lo colgo
lo invaso
lo osservo.
Sbocciato al buio
non sfiorisce la sua natura.
La mia,
è già un petalo
caduto
sul tuo asfalto.

Mi raccogli?

11 commenti:

  1. Si, ti raccolgo!
    E per non farti
    mutare d'aspetto
    ti invaso
    e ti osservo
    mentre sbocci
    alla luce
    dove fiorisce
    la tua natura
    Il mio
    non era fiore
    neanche petalo
    era senza nome
    come il dubbio
    dell' l'asfalto
    su cui tu
    cadesti
    da sotto il quale
    nessuna lacrima
    più riaffiora

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    1. E quando il suono del mio nome
      riecheggiò
      come un antico canto
      allora,
      ci fu una vasta eco intorno.
      Assordante.
      Ogni cosa si rivestì di senso,
      anche quel dubbio.
      Anche lui.
      Lo chiamai per nome
      svelandone la natura
      sillabandone la verità
      che fa male.
      Così male.
      Tanto.
      Ma fui raccolta
      dopo quel sacrificio
      e fui felice.
      Questo sì.
      Io, raccolta per nome.

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    2. Nel tuo nome
      indago l'aria
      trasparente
      che mi acceca
      col suono
      cubico
      spigoloso
      e tagliente
      che mi cerca

      Nelle lettere
      tonde, dove
      mi nascondo
      non sibila
      il vento
      Occulto
      bocciolo
      sempiterno
      qui, ti aspetto

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    3. Versi di un'intensità unica. Da cucire addosso, come una spilla, che reca le mie iniziali. Da celebrare, come una ricorrenza, da vivere, come una presenza.
      Meravigliose, le tue parole.

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  2. Risposte
    1. Grazie, Paola, sono felice di trasmettere le mie emozioni. Condividerle, con chi si nutre quotidianamente di poesia. Mi hai raccolto...amica cara.

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    2. felice di farlo :) mia cara amica :)

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  3. Cara, non io ma il Vento ha raccolto il tuo petalo dall'asfalto.
    Ed ecco, ne è nato una storia, che ti vorrei narrare:

    Fiaba

    ...E venne il Vento pazzo,
    ululando il suo risentimento,
    e in un momento, il Petalo, nudo,
    strappato dall'oscuro suolo ov'era caduto,
    risalì al cielo e precipitosamente,
    si ritrovò ad esser Stella
    tra le mille stelle del firmamento.

    E vide giù il mondo, le genti, i mari,
    agitarsi d'un moto lento,
    quel che a terra appariva
    solo un folle inutile tormento.
    E pianse allora gocce di rugiada,
    di pietà per quel mondo morto,
    e sospirò col suo profumo denso assorto.

    E venne allora una Farfalla, maculata
    rossa e bianca, follemente innamorata
    di quel petalo oramai fatto stella.
    E volando con immensa, indicibile fatica
    per ricongiungersi al suo amato bene,
    ben sapeva che a quella rarefatta altezza
    si sarebbe immolata nel cimento.

    Ora sono due gli astri in quel cielo
    più lucenti d'ogni altro intorno,
    Petalo e Farfalla son stati un giorno,
    ora sono Vega e Antares le ammirate,
    eterne stelle, salvatrici dei naviganti:
    perennemente ora amandosi tra le galassie
    arderanno di luce propria, non più riflessa.

    Luce dell'amore che gli anniluce annulla,
    ardi nel nostro cuore di stella fanciulla!

    Milano, 18 Maggio 2012
    A Paoletta, stella fanciulla.
    Marianna

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  4. Due stelle, astri lucenti, luce delle genti. Un racconto meraviglioso, mia dolcissima Marianna, una fiaba delicatissima e commovente. Dal vento, quel vento nuovo, portatore di cambiamenti, che rivoluziona tutto, da lui ha avuto inizio il viaggio di quel petalo, raggiunto dalle ali ardenti di quella farfalla, dalla sua affezione, totale. Sei creatrice di stupori, tesoro mio, il tuo sguardo cattura meraviglie, genera incanto.
    Ti adoro, ma questo, già lo sai.

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